Da Ganau a Sanciu, così si diventa leader

da La Nuova Sardegna 3 giugno 2010
Nei grandi partiti in crisi
spuntano nuove figure
in grado di invertire la rotta


di Filippo Peretti

CAGLIARI. Dopo il 3 a 2 per il centrosinistra nel primo turno, la partita delle elezioni provinciali è tutta aperta. Decideranno i tre ballottaggi del 13-14 giugno con il centrodestra in pole position. Ma, al di là dello scontro tra i poli e delle rispettive beghe interne, queste votazioni hanno già offerto un’interessante novità: la nascita di nuovi leader forse in grado di dare nuovo vigore alla politica in crisi.
Nel centrosinistra, che ha riconquistato subito tre Province con Alessandra Giudici (Sassari), Fulvio Tocco (Medio Campidano) e Tore Cherchi (Carbonia-Iglesias), la novità principale sul piano politico è venuta dal Comune di Sassari con la brillantissima vittoria del sindaco uscente, Gianfranco Ganau. Il suo successo era stato largamente previsto, ma la dimensione (66%) ha lasciato tutti favorevolmente impressionati, tanto che ci sono già i primi segnali che lo indicano come il futuro leader della coalizione regionale. Per diversi motivi.

Il primo motivo è che da qualche tempo non è facile assistere a rielezioni accompagnate da percentuali più alte del primo turno. Era successo negli anni 90 con l’avvento dell’elezione diretta: quasi tutti i sindaci della prima esperienza erano stati confermati perché la nuova efficienza delle pubbliche amministrazioni garantita dalla riforma aveva conquistato gli elettori. Col passare del tempo, però, le aspettative dei cittadini sono cresciute e ora è più facile assistere a immediati ribaltoni. Ganau è stato premiato dai sassaresi non solo per il lavoro fatto ma anche per i suoi metodi politici moderati ma nello stesso decisionisti, per la sua capacità di mediare con gli alleati senza subire paralisi, per il suo costante dialogo con la città. Basti pensare che i sassaresi hanno punito l’alleato (il Psd’Az di Giacomo Sanna) che aveva lasciato la coalizione all’ultimo momento per candidarsi col centrodestra.

Il secondo motivo che sta facendo emergere la figura di Ganau è la sua capacità di trascinamento politico. Ci sono molti sindaci capaci di farsi votare ma non di trasferire il consenso ai partiti. Secondo gli osservatori, è stata l’esplicito sostegno di Ganau a trascinare Alessandra Giudici alla vittoria sin dal primo turno.

Il terzo motivo è, di questi tempi, il più strano di tutti: l’umiltà. Guidando la seconda città della Sardegna (con Cagliari da sempre di centrodestra), il sindaco ha pensato più a lavorare che ad apparire sul piano politico regionale, forse sapendo che per crescere ulteriormente doveva innanzitutto rivincere. E le difficoltà non gli mancavano e sono ancora pesanti, il Piano urbanistico prima fra tutti. Ora, però, sono in molti, soprattutto nel suo Pd, a guardare a lui come punto di riferimento di un centrosinistra che deve rifarsi un’immagine, che deve passare dagli slogan suggestivi talvolta rimasti vuoti o persino traditi, alla concretezza non urlata degli atti amministrativi e di governo.

Nel centrodestra Massimiliano De Seneen ha avuto il 60% a Oristano, ma ad essersi messo in luce è stato soprattutto Fedele Sanciu. Il suo 53,2% in Gallura non è eccezionale, ma il senatore del Pdl ha dimostrato capacità politiche che in questa fase nel suo partito sono un tantino in ombra. Vediamo.

Fedele Sanciu è stato l’organizzatore della prima iniziativa di dissenso nel Pdl in Sardegna: il convegno del maggio 2009 a Olbia contro il «cagliaricentrismo». Protagonista da anni di uno scontro aperto con il deputato Settimo Nizzi, l’altro uomo forte degli azzurri galluresi, Fedele Sanciu è riuscito a mettere tutti d’accordo proprio nella zona dell’isola che sembrava la più irrequieta. Nella candidatura alla presidenza della Provincia, il senatore, su proposta di Nizzi, ha preso il posto di suo fratello sul quale il rivale aveva posto il veto. Insomma, partendo da una posizione di dissenso è riuscito (con l’ombra della mancata presa di distanze dall’aggressione al Pd da parte di un suo familiare) a fare un’intesa vincente che nel Pdl, ad esempio, non è riuscita a Cagliari, dove Piergiorgio Massidda si è candidato contro Giuseppe Farris. E ha accettato di rischiare in prima persona (erano prevedibili sgambetti), cosa che non hanno voluto fare altri big.

Insomma, in attesa che i ballottaggi decidano chi ha vinto la partita delle Province, i casi di Ganau e di Sanciu - a prescindere dai giudizi che ciascuno può dare sui due protagonisti - offrono motivi di riflessione su un rinnovamento della politica che dovrebbe essere realizzato anche nei metodi.