Da La Nuova Sardegna del 22 marzo 2012
di Filippo Peretti
CAGLIARI. Due votazioni apparentemente contradditorie in Consiglio
regionale sulla Vertenza Sardegna. Con la prima, all’unanimità, si rafforza il
confronto tra la giunta Cappellacci e il governo Monti. Con la seconda (dal
sapore indipendentista: e le coalizioni si spaccano) si apre una «verifica sulla
lealtà dello Stato».
La sintesi della giornata, una sintesi forse di
comodo, l’ha fatta Ugo Cappellacci, il quale ha condiviso entrambi gli ordini
del giorno: «Va bene proseguire il confronto con il governo Monti in modo
unitario - ha detto il presidente della giunta - ma è anche giusto andare avanti
senza remore e tenendo conto che per molti anni lo Stato è stato più che
inadempiente nel rapporto con la Sardegna».
Per il Pd, che ha votato a
favore dell’ordine del giorno unitario e contro quello «indipendentista», le due
votazioni sono proprio contradditorie. «Come fa una Regione che non è riuscita a
fare neanche una riforma ed è in ritardo nella sua politica economica - ha detto
Mario Bruno, vice presidente del Consiglio regionale - a scaricare tutte le
responsabilità nei confronti dello Stato? Sono ragionamenti di comodo, così
Cappellacci dà le colpe ad altri e il Psd’Az ha l’alibi per rimanere in questa
maggioranza del tutto fallimentare».
I veri vincitori della giornata sono
proprio i sardisti e, al loro interno, Paolo Maninchedda, presidente della
commissione Riforme, che ha materialmente scritto l’ordine del giorno
«indipendentista» firmato anche da Udc e Fli della maggioranza e da Sel, Idv e
Api dell’opposizione. «E’ la prima volta che in Italia - ha spiegato - una
Regione mette in discussione la lealtà dello Stato e gli chiede di dimostrare la
legittimità del rapporto di appartenenza».
Oltre al Pd (compatto) hanno
votato contro l’ordine del giorno sardista i Riformatori e alcuni esponenti del
Pdl, tra i quali il capogruppo Mario Diana e il leader della minoranza
dissidente Nanni Campus.
L’ordine del giorno unitario, votato all’unanimità,
impegna la giunta a chiedere a Monti, che ha già aperto il tavolo «tecnico», la
convocazione «urgente del tavolo politico allargato alle autonomie locali, ai
sindacati e alle associazioni di categoria e imprese». E’ la linea scaturita
dalla seduta di venerdì scorso degli Stati Generali. Si chiede inoltre che il
governo «in via pregiudiziale e urgente favorisca l’applicazione integrale
dell’articolo 8 riformato dello Statuto speciale» (il caso delle entrate
fiscali).
Il secondo ordine del giorno, quello «indipendentista», ha avuto
34 sì e 25 no. Con il documento il Consiglio «delibera di avviare una sessione
speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la
verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato,
che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permenenza della
Regione Sardegna nella Repubblica italiana». Per chi ha votato a favore queste
parole rafforzano con la discussione il rapporto con lo Stato, chi ha votato
contro afferma che la presa di posizione mina le ragioni dell’unità dello Stato.