Prima verifica per Cappellacci e test nazionale
nello scontro Berlusconi-Pd
Molti sondaggi e poche certezze
alla vigilia delle elezioni
Pesano molto gli scontri dentro i partiti
e forse la manovra del governo
di Filippo Peretti
CAGLIARI. Una campagna elettorale non esaltante, giocata da più parti sugli scontri interni ai due poli, è finita nel modo peggiore con l’aggressione denunciata a Olbia dal Pd ad opera degli esponenti del Pdl. Oggi la parola passa finalmente agli elettori. La posta in gioco è alta: si decide su otto presidenti di Provincia e 176 sindaci e su equilibri politici generali.
Nel 2005, prime elezioni con la Sardegna divisa in otto Province, il centrosinistra che da un anno governava la Sardegna con Renato Soru vinse per 7 a 1, lasciando al centrodestra solo Oristano. L’anno scorso, alle elezioni regionali di febbraio vinte da Ugo Cappellacci su Soru, il centrodestra si impose in 6 circoscrizioni provinciali su 8, lasciando ai rivali solo Sassari e Medio Campidano. Quella di oggi e domani è la prima verifica per Ugo Cappellacci, una verifica che arriva nel momento più delicato: l’inchiesta romana che vede il presidente indagato sull’affaire eolico assieme a Denis Verdini, Flavio Carboni e altri. Dopodomani, Cappellacci dovrà riferirne in Consiglio regionale: se le elezioni saranno per lui positive è un conto, se saranno negative il governatore rischia che sua maggioranza si divida di fronte agli attacci delle opposizioni.
Al test politico regionale quindici mesi dopo le elezioni si aggiunge anche il test politico nazionale. Sono stati Silvio Berlusconi («mi attendo una conferma del voto regionale sardo») e Massimo D’Alema («dalla Sardegna può partire la svolta politica del Paese») ad assegnare un significato generale alle amministrative di oggi e domani.
Nelle ultime settimane sono stati fatti numerosi sondaggi, ma l’incertezza è totale perché c’è la grande incognita dell’astensionismo. Alle ultime regionali «italiane» hanno perso voti sia il centrodestra sia il centrosinistra per via di una certa disaffezione da parte degli elettori, in parte delusi dal governo (unica eccezione la Lega) e in parte delusi dalle opposizioni (tranne l’Idv). Cosa succederà in Sardegna? Difficile fare previsioni, ma il Pd si è detto convinto di un recupero perché la manovra correttiva del governo Berlusconi potrebbe penalizzare il Pdl e il centrodestra. Si vedrà.
In queste elezioni ci sono tanti altri test di natura politico Uno riguarda gli scontri interni nei grandi partiti. Il Pdl si è diviso a Cagliari, il Pd a Nuoro sia per la Provincia sia per il Comune: quanto peserà la sfida dei dissidenti? Reggeranno le leadership di Pd e Pdl? Dalle risposte dipenderanno anche i rapporti regionali all’interno delle due coalizioni. L’eventuale sconfitta del centrodestra potrebbe provocare rinfocolare le tensioni tra Pdl e l’asse Udc-Psd’Az (deciso alle elezioni regionali). L’eventuale sconfitta del centrosinistra potrebbe far franare del tutto il fragile rapporto Pd-Idv.
Per le Province sono tutte sfide di grande interesse. Le più suggestive sono quelle di Nuoro (il centrodestra tenta il sorpasso approfittando dello scontro nel Pd), di Sassari (con Alessandra Giudici che rischia di pagare il dissenso interno in misura maggiore del rivale), di Cagliari (qui c’è la spaccatura nel Pdl) e di Carbonia-Iglesias (dove una personità come Tore Cherchi si è messa in gioco per l’operazione recupero della coalizione). E sono politicamente esaltanti alcune sfide nei Comuni, primi fra tutti Sassari (Gianfranco Ganau ben sostenuto dalla coalizione e sfidato dal leader sardista ed ex alleato Giacomo Sanna) e Nuoro (centrosinistra diviso e sfidato da un centrodestra che sperimenta la linea post-ideologica unendo centro, sardismo e destra).