4 APRILE 2012
La Cgil sarda si schiera a fianco di Susanna Camusso, sino allo
sciopero generale, nella battaglia sull’articolo 18.
Lo ha detto ieri il leader
regionale Enzo Costa all’assemblea di cinquecento delegati sindacali alla
presenza di Serena Sorrentino, che fa parte della segreteria nazionale. Anche
nell’isola partiranno manifestazioni e proteste per cercare di convincere il
parlamento a modificare sostanzialmente la posizione del governo contenuta nel
disegno di legge sulla riforma del lavoro. Sono annunciati altri volantinaggi,
assemblee con i lavoratori di tutte le categorie, raccolte di firme. «Anche alla
luce degli ultimi dati Istat – ha detto Costa – in Sardegna non si può parlare
di mercato del lavoro se non si risolvono i nodi degli investimenti e della
creazione dei posti di lavoro». ivi agli investimenti e alla creazione di posti
di lavoro».
Gli ha fatto eco il segretario della Cgil cagliaritana, Nicola
Marongiu: «Se non ci sono risposte su trasporti, energia, infrastrutture,
investimenti pubblici e accesso al credito, non ci può essere crescita.
L’articolo 18 non è lo strumento per gestire la crisi».
Nella riforma, ha
spiegato Serena Sorrentino nel chiudere l’assemblea, ci sono più ombre che luci.
Sono positivi i tentativi di porre rimedio alla drammatica questione del
precariato e ad una flessiblità diversa da quella attuale, ma ci fermiamo lì.
Per noi è del tutto inaccettabile che si parli dei licenziamenti senza la
possibilità del reintegro anche per i motivi economici. E inoltre non può essere
il lavoratore a fornire l’onere della prova». Serena Sorrentino ha detto che la
mobilitazione e la raccolta di firme «parlano al Paese e al parlamento». Il
titolo della riforma Fornero «cita anche le prospettive di crescita, ed è quindi
ambizioso, cosa che apprezziamo, ma il provvedimento non crea occupazione,
invece abbiamo bisogno di politiche per la ripresa e per il lavoro».
(da La Nuova Sardegna)