7 APRILE 2012
Il Psd’Az alta il tiro nel rapporto con Ugo Cappellacci. Rilanciando
uno dei temi storici del sardismo, la zona franca, il segretario Giovanni Colli
non si è fatto sfuggire l’occasione di prendere le distanze dalla giunta
regionale.
da La Nuova Sardegna
Con una critica diretta: «È un errore incomprensibile non mettere
questo argomento nella vertenza con il governo Monti». E con un appello-invito
ai sindaci interessati a riaprire, prendendo sppunto dal documento sul sito-web
del partito, l’attuazione di vecchi accordi e di leggi che prevedono, con atti
normativi, l’istituzione dei punti franchi nei porti e nelle aree industriali
dell’isola. Un appello-invito che potrebbe apparire come l’anticipo di future
battaglie politiche nel centrodestra: secondo Colli, le amministrazioni locali
devono creare una mobilitazione per «scuotere il governo regionale».
Una mossa,
quella del segretario dei 4 Mori, che arriva in una fase delicata: Cappellacci e
l’assessore sardista, Christian Solinas, sono infatti impegnati nella difficile
impresa di realizzare il progetto Saremar e di ottenere dal Consiglio regionale
l’approvazione dell’articolo di legge sull’istituzione di Flotta Sarda Spa.
Ipotesi di lavoro che, dopo le ultime polemiche, sono entrate in crisi.
Alla
luce della situazione politica contingente, Colli può aver voluto avvertire
Cappellacci che non sono possibili passi indietro. Ma la sua presa di posizione,
viste le difficoltà nel centrodestra, può avere anche il significato opposto: un
preannuncio di disimpegno su temi molto cari all’elettorato sardista: appunto
zona franca e flotta sarda.
Nel sito web del Psd’Az, Colli – a proposito di zona
franca – ha scritto che «è indispensabile dare un rinnovato impulso a una grande
mobilitazione dal basso capace di creare un ampio e diffuso dibattito su un tema
che è uno degli strumenti essenziali per dotare la Sardegna di un valido sistema
economico non condizionato dall’intervento dello Stato italiano».
L’invito alla
mobilitazione delle amministrazioni locali è finalizzato all’«immediara
attuazione del decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, che prevede
l’istituzione dei punti franchi in Sardegna». I porti e le aree industriali
individiati sono Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax e
in altri strutture collegati o collegabili. Tutto è fermo per «l’inaccettabile
inerzia della Regione a cui veniva demandata la loro delimitazione territoriale,
ad eccezione di Cagliari, e la determinazione di ogni altra disposizione
necessaria per la loro operatività». I vantaggi fiscali sarebbero enormi ma così
lo Stato «può continuare a negarceli». Colli rimprovera a Cappellacci il mancato
rispetto degli accordi elettorali del 2009. E’ per questo che il Psd’Az chiede
che il tema fiscale entri nella piattaforma del rapporto con Monti.