VERSO LE ELEZIONI. Crisi dopo il boom, ora Gallura fa rima con paura

da La Nuova Sardegna del 20 gennaio 2010
di Filippo Peretti

OLBIA. Le statistiche dicono che la Gallura è sempre l’Eldorado della Sardegna, ma dalla realtà sta emergendo una crisi che rischia di provocare effetti a catena in tutta l’isola. Qui il trainante boom economico sulla costa si è fermato nel modo e nel momento peggiore: in un mare di debiti durante la stretta creditizia. A Olbia i protesti e i fallimenti sono all’ordine del giorno e nelle banche il clima è di paura. Nell’interno la recessione aveva già fatto parecchi danni ma a Tempio c’è ora un filo di ottimismo: il sughero dà segni di ripresa. E la politica? Divisa, litigiosa e in rivolta si prepara alle elezioni con meno entusiasmo di cinque anni fa: ha scoperto che non basta essere Provincia per risolvere tutti i problemi.

La prima crisi lungo la costa
Rispetto alla devastante situazione di altri territori isolani, la Gallura ha una mega industria, quella del turismo e dell’edilizia, costituita da una miriade di imprese con un diffusissimo indotto. Ora il turismo è in netto calo e non si vedono segnali di ripresa, l’edilizia si è bloccata: solo a Olbia ci sono tremila appartamenti invenduti. E’ una situazione che spaventa: molte aziende non sono in grado di resistere neppure a una fase di stagnazione: sono eccessivamente indebitate e le banche, per via della generale stretta creditizia, non concedono più dilazioni. La bolla finanziaria del boom del turismo-edilizia rischia di esplodere da un momento all’altro. E che finirebbe per trovalgere le aziende e quanti, per la smania smeraldina dell’apparire, hanno acquistato Suv e fuoriserie, o preso barche in leasing, per pagare solo le prime rate.

Le voci sull’offensiva dell’usura
Secondo indiscrezioni attendibili ma non confermabili, gli usurai starebbero facendo affari d’oro. Le indagini sono ancora in corso, c’è il massimo riserbo, ma episodi di criminalità (attentati dinamitardi in aziende e auto incendiate) che si ripetono con sempre maggiore frequenza creano forti preoccupazioni.

La mafia e i nuovi investimenti
Lungo la costa i primi investimenti sospetti nell’edilizia turistica risalgono addirittura agli inizi degli Anni Ottanta. L’attuale difficoltà di diversi operatori locali potrebbe spingere all’acquisto chi ha soldi a disposizione. «Non ho notizie dirette - dice l’eurodeputato gallurese Giommaria Uggias (Idv) - ma c’è un dato: a causa dello scudo fiscale voluto da Berlusconi stanno rientrando anche da noi ingenti capitali dall’estero e la garanzia dell’anonimato crea un problema di riferibilità a soggetti precisi e all’origine dei patrimoni».

La crescita e il boomerang demografico
Tutta la fascia costiera ha fatto registrare una crescita demografica unica nell’isola negli ultimi otto anni: Loiri e San Teodoro più 30%, Palau più 25, Budoni e Golfo Aranci più 20, Arzachena e Olbia più 15. Molti gli immigrati da altri centri sardi. «La Gallura - spiega il deputato Gian Piero Scanu (Pd) - ha frenato l’emigrazione sulla penisola». Ma ora, di fronte alla crisi, rischia di pagarne le criticità a causa delle crescenti tensioni sociali. Come a Olbia, dove ci sono forti sacche di povertà e la situazione degli extracomunitari è di grande disagio.

I progetti per uscire dalla crisi
La politica si divide sulle proposte. Il Pdl, con il senatore Fedele Sanciu, ripropone la ricetta «alla gallurese»: efficienza e rapidità. Il rilancio del turismo, dice, va costruito «riqualificando l’offerta»: alberghi migliori, più posti letto (raddoppio solo a Olbia), valorizzazione dei parchi naturali, dalla Maddalena a Tavolara, e delle zone interne, dal Limbara al lago del Liscia. Per allungare la stagione eventi sportivi e spettacoli. E sulla nautica: «Siamo stati il motore dell’isola, dando lavoro a tanti, vogliamo tornare a esserlo». Sui nuovi metri cubi a tutti i costi non è d’accordo il deputato del Pd Giampiero Scanu: «Lo sviluppo non è solo business, va costruito su altri modelli: pensiamo alla cultura e alla conoscenza. Olbia e la Gallura possono attrarre centri di ricerca di eccellenza, sarebbe un salto di qualità straordinario in grado di offrire prospettive migliori ai giovani e garantire ricadute durature a molti settori produttivi dell’intera provincia».

Cultura trascurata, disagio giovanile
Le parole di Scanu sono quasi rivoluzionarie. Prendiamo Olbia. Il nuovo bellissimo teatro non è mai stato usato se non per alcune cerimonie, c’è solo un cinema, una sola libreria, ma 19 discoteche, il museo archeologico è chiuso e i locali sono stati usati per esposizione di automobili, alcune gite scolastiche hanno fatto tappa a Villa Certosa o davanti al Billionaire.

Il piano casa non dà risultati
«E’ inutile che la Regione inviti i cittadini a rivolgersi ai carabinieri, il piano casa non sta funzionando», sbotta l’ex sindaco di Arzachena Tino Demuro, imprenditore del settore e ora titolare anche delle Vigne Surrau. L’idea di rivitalizzare l’edilizia con regalo di volumetrie si sta scontrando con norme poco chiare, tanto che i funzionari comunali si rifiutano di accogliere le poche richieste. Altri mega progetti? «Prima - avverte Demuro - pensiamo ai flussi turistici».

Infrastrutture, non solo la Sassari-Olbia
Al centro di tutti i discorsi c’è la viabilità. Accordo unanime per puntare, però, anche sulla Olbia-Tempio e sulla Olbia-Palau-Santa Teresa. Con una rete di collegamenti efficiente sarebbero immediati i benefici per le imprese (oggi penalizzate) e per i cittadini (un maggior pendolarismo evitando trasferimenti dall’interno alla costa).

Zone interne e risorse locali
Quasi tutti i centri della Gallura interna hanno perso abitanti e hanno visto crescere la povertà. Una delle eccezioni è proprio Tempio, cresciuta dell’1,4% negli ultimi otto anni. Grazie a seicento immigrati extracomunitari che «si sono perfettamente integrati», dice il sindaco Antonello Pintus (Pdl), che sta serenamente chiudendo il suo secondo mandato. «Qui - dice - la crisi c’è stata e l’abbiamo sentita, ma abbiamo grandi potenzialità perché poggiamo su un’economia forte, certamente meno volatile che sulla costa». Come dimostrano gli autotrasportatori Nieddu e Lucianu, gli albergatori Muntoni e Molinas. La crisi del granito (per la concorrenza cinese) ha travolto quasi tutte le grandi aziende, resistono diversi cavatori e artigiani di prima grandezza. La crisi del sughero ha travolto le botteghe (per le difficoltà ad adeguarsi alle nuove costose tecnologie) ma non le grandi aziende, come i Molinas e i Ganau: che hanno, insieme, quasi seicento dipendenti: il settore ha fatto registrare nell’ultimo anno un più 1% che ha ridato fiducia. Molinas e Ganau lavorano 300 mila quintali di sughero: la produzione sarda è di 100 mila quintali, gli altri 200 mila vengono importati da Portogallo e Grecia. E pensare che c’è uno studio dell’Azienda sperimentale del sughero secondo cui la Sardegna potrebbe produrne 2 milioni, quanto il Portogallo. Servirebbero investimenti pubblici, ma la Regione non risponde: benché si prevedano migliaia di posti di lavoro.

Il centrodestra diviso e in rivolta
Proprio a Olbia è nata la protesta del Pdl contro la giunta regionale «cagliaricentrica» di Ugo Cappellacci. «Non una protesta umorale - afferma Fedele Sanciu, il promotore - ma l’esigenza di chiamare a raccolta l’intera isola». Sanciu non lo dice esplicitamente, ma la Gallura, dove il Pdl ha ottenuto il 44% dei voti, non può essere rappresentata in giunta solo da Sebastiano Sannitu, sindaco di Berchidda ed esponente dei Riformatori, un partito qui marginale. E non dice neanche che Cappellacci dovrebbe chiamare con sè il deputato Settimo Nizzi, ex sindaco di Olbia, che volentieri avrebbe preso l’assessorato all’Urbanistica. Sanciu e Nizzi, dopo un lungo scontro, hanno rinnovato con una stretta di mano la vecchia amicizia. A spese o a vantaggio del sindaco olbiese Gianni Giovannelli? C’è chi dice che Nizzi, tramontata l’ipotesi della Regione, abbia voglia di riprendersi il Comune: si vota fra due anni. Si vedrà. Fuori dal patto Sanciu-Nizzi c’è il presidente della commissione regionale Urbanistica, Matteo Sanna, Pdl area An. «Certe proteste - commenta - sanno di voglia di poltrone e nascondono responsabilità locali». Controreplica di Sanciu: «Noi ci siamo fatti carico dei problemi e degli umori di questo territorio in crisi, che è stanco di essere trascurato». Lo scontro interno è forte (ancora di più lo sarà sulle liste) ma il centrodestra è fiducioso: «A maggio la vittoria è più che probabile», dicono all’unisono Sanciu e Sanna. Soprattutto se sarà confermata l’alleanza regionale. «E se non sbaglieremo i nomi nei collegi come nel 2005 - aggiunge Sanna - quando regalammo la Provincia alla sinistra».

Il centrosinistra punta al bis
Dopo aver vinto nel 2005 con Pietrina Murrighile, la maggioranza provinciale è in grosse difficoltà per ripetuti scontri interni: molti non ricordano neanche più quanti assessori si siano avvicendati nella giunta. La presidente, infastidita dalla richiesta di primarie che equivale a un giudizio negativo, da una ventina di giorni ha troncato i rapporti con gli alleati: si presenterà da sola? Il Pd è diviso tra chi vorrebbe un proprio candidato e chi vorrebbe puntare sul vice presidente, Antonio Satta, segretario nazionale del neonato Upc. «Io non ne so niente», dice il diretto interessato. Scontro anche alla Maddalena, dove il centronistra rischia alle comunali dopo gli scontri sull’addio degli americani: il sindaco Angelo Comiti, passato dalla lista civica al Pd, non vuole le primarie chieste dall’assessore provinciale all’Ambiente, Pierfranco Zanchetta, anch’egli Pd. Al neo segretario provinciale Carlo Careddu, sostenuto da Scanu con Nardino Degortes e con l’appoggio del deputato Giulio Calvisi, non mancano i problemi.

La scommessa della nuova Provincia
Nessuno come i galluresi ha lottato per l’autonomia amministrativa. Il sogno di poter fare da soli si è però infranto sulla realtà. L’ente intermedio Olbia-Tempio ha ancora un senso se rispetterà la missione che gli è stata assegnata con la scelta del doppio capoluogo: mettere insieme coste e interno in ogni campo. La storia e anche l’esperienza dicono che non ci possono essere due Gallure in grado di vivere una senza l’altra. L’aveva intuito mezzo secolo fa Paolo Dettori: la Gallura va vista come un’unica «città territorio». Speriamo che altri cinquant’anni non passino invano.