CAGLIARI. Non c’è accordo ma la legge
sulle Province è stata comunque approvata dalla commissione Autonomia. Sarà
direttamente l’aula del Consiglio regionale, subito dopo Pasqua, a risolvere i
principali problemi politici: lo scontro su Cagliari (commissariamento o proroga
degli attuali organismi) e il destino delle quattro Province regionali
(Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias), le uniche che
l’assemblea sarda ha la facoltà di abolire.
La commissione guidata dal sardista
Paolo Maninchedda ieri non aveva alternative se non quella di approvare un testo
di due articoli che non affronta in modo risolutivo alcuna questione. «Ma
abbiamo dato all’aula – ha spiegato Maninchedda – lo strumento per intervenire.
Certo è che sarebbe auspicabile che i gruppi di maggioranza e di opposizione
cerchino un accordo preliminare». Altrimenti in aula potrebbe succedere di
tutto.
Ad esempio, il dissidente del Pdl Nanni Campus ha annunciato la
presentazione di emendamenti, tra i quali l’abolizione delle quattro nuove
Province. In assenza di un accordo politico generale, il voto segreto è in grado
di fare scherzi clamorosi. La leggina varata ieri da al Consiglio il termine del
31 dicembre prossimo per approvare la riforma dell’intero sistema degli enti
locali, Province comprese. Se non lo dovesse fare, scatterebbe il decreto Monti
.
«Sarebbe opportuno - ha detto il relatore Roberto Capelli (Api) – un’intesa con
lo Stato sul futuro delle Province, in modo che poi la scelta, abolizione o
ridimensionamento, sia contestuale per quelle nazionali e quelle regionali». In
commissione – ed è possibile che avvenga anche in aula – si è realizzata quasi
un guerra tutti contro tutti.
Il caso politico più scottante riguarda Cagliari,
ora guidata dalla vice presidente Angela Quaquero (Pd) dopo la decadenza di
Graziano Milia. Il decreto Monti prevede commissariamento e elezioni nel 2013.
Ma ci sono diverse linee in Consiglio. Cappellacci vuole commissariare (la
competenza è regionale), il Pd vuole la proroga della Quaquero e dell’assemblea
provinciale sino al 2015 per arrivare alla riforma con le altre Province. Oltre
che Capelli, di questa idea (con una riforma che confermi il sistema attuale) è
anche Franco Cuccureddu dell’Mpa. Il Pdl è diviso, i Riformatori non vogliono
che si intervenga perché puntano sui referendum del 6 maggio. (filippo peretti)
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