13 aprile 2012
Le elezioni comunali in Sardegna non sono più a rischio, ma saranno rinviate
almeno di una settimana rispetto alla data già fissata del 20 e 21 maggio. (da La Nuova Sardegna)
E’
questo, in estrema sintesi, il risultato dell’incontro di ieri pomeriggio del
presidente della Regione, Ugo Cappellacci, con il ministro dell’Interno,
Annamaria Cancellieri. La seconda novità di ieri è che la lettera con la quale
il ministero ha annunciato il disimpegno totale dall’organizzazione e dalla
gestione della tornata amministrativa nell’isola, non risale a martedì, come
aveva comunicato la Regione, ma a un mese fa. Pare che fosse stata presa
sottogamba.
Ieri Cappellacci ha toccato con mano che le elezioni erano davvero
in pericolo. Se si fosse mosso per tempo, forse avrebbe potuto scongiurare anche
l’ipotesi del rinvio. Oggi sarà la giunta a decidere il rinvio e la nuova data:
si parla di uno slittamento di uno o due settimane; dal 20-21 maggio si andrebbe
o al 27-28 dello stesso mese o al 3-4 giugno, sempre per il primo turno.
Superata nel vertice di ieri l’indisponibilità iniziale del ministero, gli
esperti di entrambe le parti si sono subito messi al lavoro per risolvere i non
pochi problemi burocratico-organizzativi. Il punto più difficile riguarda il
software del ministero, che dovrà essere adattato alla differente normativa
sarda sul voto comunale. Dato che nel resto d’Italia si vota il 6-7 maggio
(quando nell’isola ci saranno i referendum regionali) ieri i tecnici hanno
suggerito di non abbinare il turno nazionale di ballottaggio (20-21 maggio) al
primo turno deciso da Cappellacci per l’isola. Ieri è emersa un’altra novità:
non si trattava di una questione solo legata ai costi.
Lo scontro è soprattutto
politico-istituzionale: il ministero, nella lettera di un mese fa, ha annunciato
il disimpegno perché la Regione non si è adeguata al decreto Monti di dicembre
sul taglio del numero dei consiglieri e degli assessori comunali e della
trasformazione delle Province in enti elettivi di secondo grado e senza
assessori. Ha rilevato che la Regione aveva fatto scattare le proprie
prerogative autonomistiche e a quel punto l’ha invitata ad andare avanti da sola
perché «appare improponibile, anche in relazione alle finalità del contenimento
della spesa, che la finanza statale continui a sostenere oneri per elezioni
ricadenti nell’ambito della piena ed esercitata potestà legislativa» della
Regione.
Mentre nella lettera il ministero annunciava il proprio tradizionale
impegno per i dieci referendum regionali fissati per il 6 maggio, per le
consultazioni comunali ritirava la disponibilità a coinvolgere l’Istituto
Poligrafico dello Stato, nonché di tutte le altre strutture per la
predisposizione dei seggi, per la fornitura di timbri e schede, eccetera
eccetera. Non solo. La diversa normativa scelta dalla Sardegna rispetto a quella
nazionale per gli enti locali, aveva spinto il ministero a ritirare ogni
disponibilità nella gestione informatica e telematica delle procedure
elettorali. Di fatto, la Regione non era in grado di gestire da sola il voto.
Dopo aver scritto a Mario Monti e aver chiesto l’incontro alla Cancellieri,
Cappellacci ieri è corso frettolosamente ai ripari. Non ha usato toni
trionfalistici. Soddisfatto?, gli è stato chiesto. «Cautamente ottimista», ha
risposto.
LE OPPOSIZIONI
Duro attacco a Ugo Cappellacci da parte delle opposizioni in Consiglio regionale
sullo scontro Stato-Regione. «Abbiamo appreso dalla stampa – hanno sottolineato
i capigruppo Giampaolo Diana (Pd), Luciano Uras (Sel) e Adriano Salis (Idv) –
che il m inistero degli Interni ritiene siano ’venuti meno i presupposti per lo
svolgimento di attività di supporto tecnico-amministrativo e per il sostenimento
di ulteriori oneri finanziari a carico dello Stato per la organizzazione e la
gestione delle elezioni amministrativè in Sardegna. Una decisione che mette a
rischio le prossime consultazioni elettorali, assunta burocraticamente e
comunicata alla Regione oltre un mese fa. Il presidente della giunta, però, non
ha sentito, ancora una volta, il dovere di informare tempestivamente il
Consiglio regionale sul contenuto e gli effetti della decisione del dipartimento
degli Interni». In una nota diffusa ieri nel primo pomeriggio, prima del
previsto incontro di Cappellacci con il ministro Annamaria Cancellieri, gli
esponenti del centrosinistra hanno affermato che il presidente della giunta «ha
evitato accuratamente ogni iniziativa utile a scongiurare conseguenze negative
sul regolare svolgimento delle elezioni del 20 e 21 maggio» mentre «ora rincorre
il governo per tentare un rimedio in extremis». Ad avviso delle opposizioni di
centrosinistra «la gravità delle forme e dei contenuti utilizzati dal ministero
per comunicare la decisione unilaterale» sottolinea «il carattere di
subordinazione che subisce il presidente della Regione da parte del governo». A
Diana, Uras e Salis ha replicato Cappellacci mediante il portavoce Alessandro
Serra. Il quale ha parlato di «polemica pretestuosa» mentre il presidente è
impegnato a Roma a risolvere il problema. «La subalternità – ha aggiunto – è di
chi senza fare alcuna proposta risolutiva prova solo a indebolire chi
rappresenta la Sardegna».