CAGLIARI Si doveva parlare della rissa scoppiata tra i partiti del
centrosinistra a causa dell’aiuto che alcuni hanno dato a Ugo Cappellacci in
Consiglio regionale con il voto sulla mozione «indipendentista» del Psd’Az. I
segretari, riuniti ieri nella sede del Pd, non hanno però faticato a fare la
pace o, come ha precisato qualcuno, a siglare una tregua.
La Nuova Sardegna
31 marzo 2012
Paradossalmente, ad
aiutarli è stato proprio Cappellacci. Perché nel vertice si è discusso
dell’ipotesi che il governatore si candidi al Senato e che quindi si dimetta sei
mesi prima della scadenza naturale della legislatura parlamentare: nel prossimo
ottobre. Il Consiglio regionale, la cui legislatura ordinaria finisce a febbraio
2014, verebbe sciolto automaticamente.
Lo scenario delle elezioni politiche
anticipate ha costretto il centrosinistra a concentrarsi sul lavoro costruttivo.
«Abbiamo finalmente deciso di non farci del male», ha detto con franchezza il
padrone di casa, Silvio Lai. Con lui al vertice c’erano Federico Palomba (Idv),
Michele Piras (Sel), Gesuino Muledda (Rossomori), Peppino Balia (Psi),
Alessandro Corona (Prc) e Enrico Piras (Upc).
Tutti hanno concordato
sull’esigenza di ricompattare la coalizione per presentarsi uniti alle elezioni
amministrative del 20-21 maggio e di darsi subito dopo appuntamento per
proiettarsi verso le elezioni regionali. Saranno discussi metodo e criteri per
la scelta del candidato unitario alla presidenza della Regione. La rapida
soluzione alla mini crisi interna sul voto trasversale in Consiglio ha
soddisfatto un po’ tutti. «Crediamo nel centrosinistra e lavoriamo per
rafforzarlo», ha detto il vendoliano Piras. Gli ha fatto eco Palomba: «Non
vogliamo prendere in considerazione l’ipotesi di presentarci divisi alle
elezioni».
Uno sforzo è stato compiuto se è vero come è vero che proprio Palomba
e Piras ieri hanno avuto momenti di scontro durante il vertice. Il miracolo è
stato quindi compiuto indirettamente da Cappellacci. La notizia della sua
possibile candidatura al Senato proviene da Roma. L’ha data Silvio Lai ed è
stata confermata da altri. La scelta del governatore di trasferirsi a Roma
sarebbe uno dei patti siglati a Cagliari con Angelino Alfano per il suo rientro
nel Pdl. Più che alla Camera (dove probabilmente saranno reinserite le
preferenze, sempre rischiose), sembra che Cappellacci si sia orientato verso
Palazzo Madama e avrebbe prenotato, ottenendolo, un collegio sicuro. I segretari
del centrosinistra hanno trovato anche un altro motivo di intesa: la riforma
elettorale regionale.
A differenza di quanto sta avvenendo a Roma, per la
Regione si punta a confermare il sistema bipolare dell’alternanza. Dall’accordo
di Bersani con Alfano e Casini ha preso le distanze anche il bersaniano Lai, che
ha così rafforzato il rapporto regionale con Sel e Idv. Ad un nuovo incontro
sulla legge elettorale saranno invitati i capigruppo. Al termine del vertice, i
segretari hanno diffuso una nota congiunta in cui si afferma che sono state
confermate, con nuovi accordi sui singoli temi, «le ragioni dello stare insieme»
a tutti i livelli, dalle comunali alle regionali e alle elezioni politiche.